Sezione poesia
PELLEGRINO SNICHELOTTO
Portici (NA)
IL GREVE PESO SULLE SPALLE
(Uno zaino pieno di speranze di pace)
Aitante, adusto, il passo dell’alpino
estate inverno sui nostri monti
Com’era aduso sugli amati Tatra.
Lo zaino di pace colmo
instancabile portava
ecumenico lungo la traccia
che l’Altissimo gli dettava.
All’ “Egemone nemico”
Turpi i piani turbava:
la bianca veste di sangue innocente
il vile killer tinse e bagnò
lo zaino si fé croce pesante
le già erette spalle curvate
sotto lo zaino greve di paci rifiutate,
Suo Calvario per l’Umanità Impazzita.
Bianco alpinista aitante e giovanile,
oggi vegliardo curvo ti appendi al pastorale,
incerte le tue mani benedicenti
rifiutano le rotule il pur leggero peso,
ma Tu, Padre Santo inane convincente,
sotto il fido zaino lordo di ricusate paci
dalla speranza mosso curvo e tenace
sorretto da quella Fede millenaria
che ti ha spinto dalla lontana Polonia
per salvare la moderna pagana Babilonia.
lunedì 14 luglio 2008
martedì 8 luglio 2008
Sezione poesia
Angiulli Gianfranca
Alberobello (Bari)
A GIOVANNI PAOLO II MAGNO
Gioioso, amabile e benemerito
FIGLIO di MARIA,
a lei devoto con sublime incanto
per la sua materna accoglienza
fra le pieghe dell'azzurro manto,
insegnaci ad amare
la nostra Madre Celeste
al disopra di ogni creatura,
eccelsa vetta dell'umana natura.
tu hai riconosciuto
nella sua mano potente
un intervento soprannaturale
capace di deviare la traiettoria mortale
dell'agghiacciante proiettile,
sospinto da mano assassina
per annientare la tua persona
e dare un colpo funesto all'umanità a te vicina.
Poi con lo stesso amore
che il FiGLIUOL DIVINO
sulla terRa ci ha insegnato,
haio concesso il PERDONO IMMEDIATO
al FRATELLO ASSASSINO
e stringendo la sua mano nella tua,
gli hai sussurrato parole sonore
di UMANA CONVERSIONE.
Ora che sei passato alla STORIA,
alla luce del tuo operato illuminato
t' invochiamo " GIOVANNI PAOLO MAGNO"
e in attesa della tua canonizzazione
ripetiamo con solennità ed emozione
"SANTO SUBITO, SUBITO SANTO"
nostro eletto
GIOVANNI PAOLO MAGNO
Angiulli Gianfranca
Alberobello (Bari)
A GIOVANNI PAOLO II MAGNO
Gioioso, amabile e benemerito
FIGLIO di MARIA,
a lei devoto con sublime incanto
per la sua materna accoglienza
fra le pieghe dell'azzurro manto,
insegnaci ad amare
la nostra Madre Celeste
al disopra di ogni creatura,
eccelsa vetta dell'umana natura.
tu hai riconosciuto
nella sua mano potente
un intervento soprannaturale
capace di deviare la traiettoria mortale
dell'agghiacciante proiettile,
sospinto da mano assassina
per annientare la tua persona
e dare un colpo funesto all'umanità a te vicina.
Poi con lo stesso amore
che il FiGLIUOL DIVINO
sulla terRa ci ha insegnato,
haio concesso il PERDONO IMMEDIATO
al FRATELLO ASSASSINO
e stringendo la sua mano nella tua,
gli hai sussurrato parole sonore
di UMANA CONVERSIONE.
Ora che sei passato alla STORIA,
alla luce del tuo operato illuminato
t' invochiamo " GIOVANNI PAOLO MAGNO"
e in attesa della tua canonizzazione
ripetiamo con solennità ed emozione
"SANTO SUBITO, SUBITO SANTO"
nostro eletto
GIOVANNI PAOLO MAGNO
Sezione Poesia
Raffaella Spinzia
Bergamo
A Papa Wojtyla
Papa Wojtyla,
Papa
della gioia e della speranza.
Tu hai teso
la mano
all'uomo
più solo
e più lontano.
tu Santo Padre il mondo intero
hai raccolto
in una lunga
fila silenziosa,
sotto il manto
azzurro
di Maria
cara Madre
e dolce Sposa.
Tu
Papa Grande del "Totus Tuus"
testimone senza pace,
e senza posa,
hai lasciato
al mondo intero
parole d'amore
e profumo di rosa.
Raffaella Spinzia
Bergamo
A Papa Wojtyla
Papa Wojtyla,
Papa
della gioia e della speranza.
Tu hai teso
la mano
all'uomo
più solo
e più lontano.
tu Santo Padre il mondo intero
hai raccolto
in una lunga
fila silenziosa,
sotto il manto
azzurro
di Maria
cara Madre
e dolce Sposa.
Tu
Papa Grande del "Totus Tuus"
testimone senza pace,
e senza posa,
hai lasciato
al mondo intero
parole d'amore
e profumo di rosa.
Sezione poesia
Antonio Domenico Prete
Matino (Lecce)
Dialetto salentino
PACE
Praticarla è quasi mpossìbbile,
A cuntare è prima la viulenza
Ci qualchetùnu prova ccu la vive,
Ete pacciu, o è n’esaltatu.
Puru lu Signore, l’ha raccummannata,
A testamentu ne l’haie lassata,
Crucifissu è sciùtu a spiccìare,
E sulu percè ne ulìa amare.
Paccatu ca l’ommu nnu capisce,
A vita noscia, nnu giurnu finisce,
Cci serve, a fare lu forte,
E poi,a mmurire ccu malesorte?.
Pruvamu qualche fiata, lu rispettu,
Amore, versu ci stà a difettu,
Cercamu la pace e l’armunia,
E bbìti ca se và su a giusta via.
Percè la vita è nna cosa bella !!!,
Annunciàmula a ogni parte te la terra,
Chiantàmu samènti te speranza,
E fiurìsca la pace in abbundanza.
Traduzione a cura dell'autore
Pace
Praticarla è quasi impossibile
a parlare è prima la violenza,
se qualcuno prova a metterla in pratica
è considerato un pazzo o un esaltato.
Il Signore Gesù c’è la ha raccomandata
come testamento c’è la ha consegnata,
crocifisso è andato a finire
solo perché ci voleva amare.
Peccato che l’uomo non riesca a capire!,
la vita nostra un giorno, finisce
a che serve fare il forte,
e poi morire con malasorte?
Proviamo qualche volta il rispetto,
Amore, verso chi è in difetto
Cerchiamo la pace e l’armonia,
e vedrai che andrà sulla giusta via.
Perché la vita è una cosa bella,
Annunciamola ad ogni angolo della terra,
solo piantando semi di speranza
fiorirà la pace in abbondanza.
Antonio Domenico Prete
Matino (Lecce)
Dialetto salentino
PACE
Praticarla è quasi mpossìbbile,
A cuntare è prima la viulenza
Ci qualchetùnu prova ccu la vive,
Ete pacciu, o è n’esaltatu.
Puru lu Signore, l’ha raccummannata,
A testamentu ne l’haie lassata,
Crucifissu è sciùtu a spiccìare,
E sulu percè ne ulìa amare.
Paccatu ca l’ommu nnu capisce,
A vita noscia, nnu giurnu finisce,
Cci serve, a fare lu forte,
E poi,a mmurire ccu malesorte?.
Pruvamu qualche fiata, lu rispettu,
Amore, versu ci stà a difettu,
Cercamu la pace e l’armunia,
E bbìti ca se và su a giusta via.
Percè la vita è nna cosa bella !!!,
Annunciàmula a ogni parte te la terra,
Chiantàmu samènti te speranza,
E fiurìsca la pace in abbundanza.
Traduzione a cura dell'autore
Pace
Praticarla è quasi impossibile
a parlare è prima la violenza,
se qualcuno prova a metterla in pratica
è considerato un pazzo o un esaltato.
Il Signore Gesù c’è la ha raccomandata
come testamento c’è la ha consegnata,
crocifisso è andato a finire
solo perché ci voleva amare.
Peccato che l’uomo non riesca a capire!,
la vita nostra un giorno, finisce
a che serve fare il forte,
e poi morire con malasorte?
Proviamo qualche volta il rispetto,
Amore, verso chi è in difetto
Cerchiamo la pace e l’armonia,
e vedrai che andrà sulla giusta via.
Perché la vita è una cosa bella,
Annunciamola ad ogni angolo della terra,
solo piantando semi di speranza
fiorirà la pace in abbondanza.
Sezione poesia
Salvatore Pascale
Sant' Arpino (Caserta)
Pace a questa notte
Alito, in modo debole, ma continuo
il mio respiro su questa notte.
Volgo lo sguardo, ogni istante a tutti
gli uomini, che mi chiedono;
mi commuovono.
In questa notte, come le altre
il mio respiro grava sull'aria,
per le mie figlie, come delle rose spoglie,
lasciano sul suolo i loro petali.
E vi dico, pace a voi,
figlie mie; che avete fede,
che subbite il calvario degli uomini.
Pace a voi figli miei
che dormite nelle stazioni,
nei giardini, che il fuoco che la sera alimentate,
sia il mio respiro per il vostro cuore.
Pace a voi, bambini miei,
che sognate ad occhi aperti, per una famiglia che non c'è,
guardate dalla finestra le stelle,
esse sono i miei occhi per voi.
Pace a voi, bambini miei,
che di madre ignorate del gemito fecondo.
A voi, riempio il mio respiro per tenervi caldi.
Pace a questa notte, che ho scelto
per essere nato.
Salvatore Pascale
Sant' Arpino (Caserta)
Pace a questa notte
Alito, in modo debole, ma continuo
il mio respiro su questa notte.
Volgo lo sguardo, ogni istante a tutti
gli uomini, che mi chiedono;
mi commuovono.
In questa notte, come le altre
il mio respiro grava sull'aria,
per le mie figlie, come delle rose spoglie,
lasciano sul suolo i loro petali.
E vi dico, pace a voi,
figlie mie; che avete fede,
che subbite il calvario degli uomini.
Pace a voi figli miei
che dormite nelle stazioni,
nei giardini, che il fuoco che la sera alimentate,
sia il mio respiro per il vostro cuore.
Pace a voi, bambini miei,
che sognate ad occhi aperti, per una famiglia che non c'è,
guardate dalla finestra le stelle,
esse sono i miei occhi per voi.
Pace a voi, bambini miei,
che di madre ignorate del gemito fecondo.
A voi, riempio il mio respiro per tenervi caldi.
Pace a questa notte, che ho scelto
per essere nato.
Sezione posia
Giovanni Pelle
Siderno (Reggio Calabria)
Desiderio di pace, desiderio di Dio
Ascolta, ragazzo mio,
quando dai tuoi occhi,
lucidi e pieni di lacrime,
scendono sul viso
con scìa quasi indelebile,
dei rigagnoli di pianto
e lo lasciano intriso
con argento di stelle,
mentre una smania sale,
si fa sempre più forte,
più impetuosa di pria,
desiderosa di morte
ed assorbe i tuoi pensieri,
pesenti e leggeri,
in una solitudine totale,
in una assenza irreale
del mondo;
quando ti senti lanciato
in un vortice di maestrale,
anch'esso irreale,
e non ti cal più d'allegria
ne di sogni di pria,
rasserenati, ragazzo mio,
perchè questo grande desìo
- dono grande e sublime
dell'Eterno Signore-
è già dentro di te:
è desiderio di pace; è desiderio di Dio.
Giovanni Pelle
Siderno (Reggio Calabria)
Desiderio di pace, desiderio di Dio
Ascolta, ragazzo mio,
quando dai tuoi occhi,
lucidi e pieni di lacrime,
scendono sul viso
con scìa quasi indelebile,
dei rigagnoli di pianto
e lo lasciano intriso
con argento di stelle,
mentre una smania sale,
si fa sempre più forte,
più impetuosa di pria,
desiderosa di morte
ed assorbe i tuoi pensieri,
pesenti e leggeri,
in una solitudine totale,
in una assenza irreale
del mondo;
quando ti senti lanciato
in un vortice di maestrale,
anch'esso irreale,
e non ti cal più d'allegria
ne di sogni di pria,
rasserenati, ragazzo mio,
perchè questo grande desìo
- dono grande e sublime
dell'Eterno Signore-
è già dentro di te:
è desiderio di pace; è desiderio di Dio.
Sezione poesia
Maria Flavia Amorelli
Ribera (Agrigento)
Pace: speranza, adorazione, coscienza
Pregiato dono dell'Immenso
alla sofferente umanità
come pioggia desiata
nella calura estiva.
Melodiosa lode all'Altissimo
per l'armoniosa beltade del creato
intenso anelito d'ogni cuor
alla ricerca del supremo Ben,
grido bisognoso
tra le ambasce egoistiche dell'esistenza.
Perdono incomprensibile;
preghiera animosa;
voce carezzevole,
come brezza mattutina
tra le fronde svettanti verso l'azzurro.
Arcobaleno tinto d'equità;
lume rischiarante l'annottato cammino;
genuina spontaneità;
innegabile protezione
del Perfetto Amor all'uman genere,
come madre ninnante
gl'inconsci infanti.
Pace: orante speranza,
adorazione della Divin Saggezza,
concreta coscienza della Resurrezione!
Maria Flavia Amorelli
Ribera (Agrigento)
Pace: speranza, adorazione, coscienza
Pregiato dono dell'Immenso
alla sofferente umanità
come pioggia desiata
nella calura estiva.
Melodiosa lode all'Altissimo
per l'armoniosa beltade del creato
intenso anelito d'ogni cuor
alla ricerca del supremo Ben,
grido bisognoso
tra le ambasce egoistiche dell'esistenza.
Perdono incomprensibile;
preghiera animosa;
voce carezzevole,
come brezza mattutina
tra le fronde svettanti verso l'azzurro.
Arcobaleno tinto d'equità;
lume rischiarante l'annottato cammino;
genuina spontaneità;
innegabile protezione
del Perfetto Amor all'uman genere,
come madre ninnante
gl'inconsci infanti.
Pace: orante speranza,
adorazione della Divin Saggezza,
concreta coscienza della Resurrezione!
lunedì 7 luglio 2008
Sezione poesia
PABLO da NAPLES
(Alberto Fusco)
Bovino (Foggia)
LA NOSTRA ANIMA PLUMBEA…È ANCORA PESANTE […]
Similmente agli
antichi egizi ed
alla loro credenza:
che i defunti
nell’aldilà
venissero giudicati
con la “pesatura
dell’anima”;
se ciò avvenisse
anche per noi: “uomini
del terzo millennio”;
uomini evoluti,
uomini delle
“nanotecnologie”,
uomini che hanno
conquistato la Luna,
uomini che hanno
seminato guerre in ogni
dove, uomini
che hanno spinto
il loro inquinamento
nei luoghi
più disparati della
“madre Terra”;
non avremmo scampo,
non avendo accettato
l’offerta di Gesù:
“VI LASCIO LA PACE
VI DÒ LA MIA PACE”!
PABLO da NAPLES
(Alberto Fusco)
Bovino (Foggia)
LA NOSTRA ANIMA PLUMBEA…È ANCORA PESANTE […]
Similmente agli
antichi egizi ed
alla loro credenza:
che i defunti
nell’aldilà
venissero giudicati
con la “pesatura
dell’anima”;
se ciò avvenisse
anche per noi: “uomini
del terzo millennio”;
uomini evoluti,
uomini delle
“nanotecnologie”,
uomini che hanno
conquistato la Luna,
uomini che hanno
seminato guerre in ogni
dove, uomini
che hanno spinto
il loro inquinamento
nei luoghi
più disparati della
“madre Terra”;
non avremmo scampo,
non avendo accettato
l’offerta di Gesù:
“VI LASCIO LA PACE
VI DÒ LA MIA PACE”!
Sezione poesia
Anna Maria D'eramo Bertola
L'Aquila
dialetto aquilano
JU MUNNU ENDR' AJI OCCHI
Occhi prufunni, chiari, trasparenti
come nu libbru apertu,
che hanno scallatu cinque cuntinenti
perchè ' nfocati cchiù deju desertù !
Occhi vivaci, doci come na carezza
'nzieme co ji quatrani e cituliji...
quanti surrisi, amore e tenerezza
pe nu padre cuscì bonu co ji fiji!
Occhi cupi, velati, pensierusi
pe ll'angustie de quest'amanità
carica de ' ngiustizzie... occhi preziusi
e puri, de chi vo resanà
Storie e firite de tanti sofferenti...
e ju sguardu fissu a Maria, pe cercà
pace 'n terra. Occhi carmi e clementi
boni a capì la gente e a perdonà.
Occhi stritti, 'n silenziu doloranti,
de n'ome missu' n croce dallo male...
ma co ll' ossa ' nfiachite e le mani tremanti
ju Papa è remastu tale e quale!
Nu gigante che ha spintu, con nu core
de santu, stu munnu trabballante.
"Giovanni Paolo tu sci j 'amore
nostru!" Resentu ancora la voce squillante
Della folla in preghiera,
loco a San Pietro! Ji pure so strillatu:
" PAPA TI AMO!" Da quella sera,
te giuro... chi se l' è cchiù scurdatu ?
Traduzione a cura dell'autore
Il mondo negli occhi
Occhi profondi, chiari, trasparenti
come un libro aperto,
che hanno scaldato cinque continenti
perchè infuocati più del deserto!
Occhi vivaci, dolci come una carezza
insieme ai giovani e ai bambini...
quanti sorrisi, amore e tenerezza
per un padre così buono con i figli!
Occhi cupi, velati, pensierosi
per gli affanni di questa umanità
carica d'ingiustizie: occhi preziosi
e puri, di chi vuole guarire
Storie e ferite di tanti sofferenti
e lo sguardo fisso a Maria, per chiedere
pace in Terra. Occhi calmi e clementi,
buoni a capire la gente e a perdonare
Occhi stretti, in silenzio doloranti,
di un uomo messo in croce dalla malattia...
ma con le ossa infiacchite e le mani tremanti
il Papa è rimasto tale e quale
Un gigante che ha spinto, con un cuore
di santo, questo mondo trabbalante.
"Giovanni Paolo , tu sei l'amore
nostro!" Risento ancora la voce squillante
della folla in preghiera,
là, a San Pietro! Anch'io ho gridato:
"PAPA, TI AMO!" Da quella sera,
ti giuro...chi l'ha più dimenticato
Anna Maria D'eramo Bertola
L'Aquila
dialetto aquilano
JU MUNNU ENDR' AJI OCCHI
Occhi prufunni, chiari, trasparenti
come nu libbru apertu,
che hanno scallatu cinque cuntinenti
perchè ' nfocati cchiù deju desertù !
Occhi vivaci, doci come na carezza
'nzieme co ji quatrani e cituliji...
quanti surrisi, amore e tenerezza
pe nu padre cuscì bonu co ji fiji!
Occhi cupi, velati, pensierusi
pe ll'angustie de quest'amanità
carica de ' ngiustizzie... occhi preziusi
e puri, de chi vo resanà
Storie e firite de tanti sofferenti...
e ju sguardu fissu a Maria, pe cercà
pace 'n terra. Occhi carmi e clementi
boni a capì la gente e a perdonà.
Occhi stritti, 'n silenziu doloranti,
de n'ome missu' n croce dallo male...
ma co ll' ossa ' nfiachite e le mani tremanti
ju Papa è remastu tale e quale!
Nu gigante che ha spintu, con nu core
de santu, stu munnu trabballante.
"Giovanni Paolo tu sci j 'amore
nostru!" Resentu ancora la voce squillante
Della folla in preghiera,
loco a San Pietro! Ji pure so strillatu:
" PAPA TI AMO!" Da quella sera,
te giuro... chi se l' è cchiù scurdatu ?
Traduzione a cura dell'autore
Il mondo negli occhi
Occhi profondi, chiari, trasparenti
come un libro aperto,
che hanno scaldato cinque continenti
perchè infuocati più del deserto!
Occhi vivaci, dolci come una carezza
insieme ai giovani e ai bambini...
quanti sorrisi, amore e tenerezza
per un padre così buono con i figli!
Occhi cupi, velati, pensierosi
per gli affanni di questa umanità
carica d'ingiustizie: occhi preziosi
e puri, di chi vuole guarire
Storie e ferite di tanti sofferenti
e lo sguardo fisso a Maria, per chiedere
pace in Terra. Occhi calmi e clementi,
buoni a capire la gente e a perdonare
Occhi stretti, in silenzio doloranti,
di un uomo messo in croce dalla malattia...
ma con le ossa infiacchite e le mani tremanti
il Papa è rimasto tale e quale
Un gigante che ha spinto, con un cuore
di santo, questo mondo trabbalante.
"Giovanni Paolo , tu sei l'amore
nostro!" Risento ancora la voce squillante
della folla in preghiera,
là, a San Pietro! Anch'io ho gridato:
"PAPA, TI AMO!" Da quella sera,
ti giuro...chi l'ha più dimenticato
Sezione poesia
Giancarlo Della Maddalena
Montagna in Valtellina (Sondrio)
EBRON
Ebron,
il tuo cielo striato di nubi,
coperchio al sepolcro
dei patriarchi antichi,
serra una memoria, che non è morta...
città di Ebron,
trà le più antiche del mondo...
Ebron, città di fuoco!
Abramo, sul tuo terreno,
da Efron l'Hittita,
acquistò la tomba per Sara, per se, per la sua famiglia...
e anche quando il tuo cielo si fa cupo,
Ebron, non scordarti di questo:
non agli angeli
ma alla strirpe d'Abramo
Gesù venne in aiuto...
i patriarchi, dal loro sepolcro,
racchiuso nella moschea di pietra,
mai lo dimenticano:
solo Gesù può espiare i peccati del mondo...
il vento che in questo momento,
spirando, sposta le nubi dal tuo cielo,
a noi par lo confermi:
" Dei due popoli se ne faccia uno solo!"
sembra implori
Giancarlo Della Maddalena
Montagna in Valtellina (Sondrio)
EBRON
Ebron,
il tuo cielo striato di nubi,
coperchio al sepolcro
dei patriarchi antichi,
serra una memoria, che non è morta...
città di Ebron,
trà le più antiche del mondo...
Ebron, città di fuoco!
Abramo, sul tuo terreno,
da Efron l'Hittita,
acquistò la tomba per Sara, per se, per la sua famiglia...
e anche quando il tuo cielo si fa cupo,
Ebron, non scordarti di questo:
non agli angeli
ma alla strirpe d'Abramo
Gesù venne in aiuto...
i patriarchi, dal loro sepolcro,
racchiuso nella moschea di pietra,
mai lo dimenticano:
solo Gesù può espiare i peccati del mondo...
il vento che in questo momento,
spirando, sposta le nubi dal tuo cielo,
a noi par lo confermi:
" Dei due popoli se ne faccia uno solo!"
sembra implori
Sezione poesia
Edgardo Di Donna
Torre del Greco (Napoli)
L'onda
Della gelida Vistola
un'onda
all'abbraccio del tepido Tevere
s'infervora
percorre le valli
le risveglia
sbocciano rose,
le livella
riempie fossati
e
correndo per mesi per anni
impazzendo per lustri
decenni
scaturiscono rivi d'argento
limpid' aure da fosche
e
ruscelli
ruscelli
ruscelli
confluendo in fiumane
convergono.
Stanno. E
colori linguaggi virtù
si confondono
nel Mar della Pace.
Edgardo Di Donna
Torre del Greco (Napoli)
L'onda
Della gelida Vistola
un'onda
all'abbraccio del tepido Tevere
s'infervora
percorre le valli
le risveglia
sbocciano rose,
le livella
riempie fossati
e
correndo per mesi per anni
impazzendo per lustri
decenni
scaturiscono rivi d'argento
limpid' aure da fosche
e
ruscelli
ruscelli
ruscelli
confluendo in fiumane
convergono.
Stanno. E
colori linguaggi virtù
si confondono
nel Mar della Pace.
Sezione posia
Maria Soccorsa Marzico
Campo Calabro (Reggio Calabria)
PACE
Pace!! Pace!!
Com’è bello parlare di pace!
Pace nelle famiglie
ove i figli non assaporeranno mai
il disaccordo dei genitori
ove sopravvivrà l’amore, la gioia, la concordia
ove si crescerà con valori e sani principi
ove si vivrà in allegria!
Pace nei nostri cuori, nel nostro animo
regni la pace nei nostri pensieri
nei nostri sguardi, nelle nostre opere.
Pace fra tutti i popoli del mondo
ove c’è guerra che venga pace
Pace laddove la guerra semina
distruzione, fame, odio, paura,
morte, malattia, disastro!
Pace in quella società
ove i giovani pondereranno con saggezza
i loro movimenti e i loro sentimenti.
Pace affinché la società diventi armonia,
concordia, amore, un’oasi di pace
nei cantieri di lavoro.
Pace negli stadi, calma e saggezza
e non battaglie di violenza
e a volte anche morte1!
Giovani! Fatevi costruttori di pace
e di amore fraterno
Voi che siete il domani dell’umana società!
Maria Soccorsa Marzico
Campo Calabro (Reggio Calabria)
PACE
Pace!! Pace!!
Com’è bello parlare di pace!
Pace nelle famiglie
ove i figli non assaporeranno mai
il disaccordo dei genitori
ove sopravvivrà l’amore, la gioia, la concordia
ove si crescerà con valori e sani principi
ove si vivrà in allegria!
Pace nei nostri cuori, nel nostro animo
regni la pace nei nostri pensieri
nei nostri sguardi, nelle nostre opere.
Pace fra tutti i popoli del mondo
ove c’è guerra che venga pace
Pace laddove la guerra semina
distruzione, fame, odio, paura,
morte, malattia, disastro!
Pace in quella società
ove i giovani pondereranno con saggezza
i loro movimenti e i loro sentimenti.
Pace affinché la società diventi armonia,
concordia, amore, un’oasi di pace
nei cantieri di lavoro.
Pace negli stadi, calma e saggezza
e non battaglie di violenza
e a volte anche morte1!
Giovani! Fatevi costruttori di pace
e di amore fraterno
Voi che siete il domani dell’umana società!
Sezione poesia
Anna Maria Rossi
Vittorio Veneto (Treviso)
LA PACE E’ GIOIA
La pace è come un fiore,
che va curato, giorno dopo giorno
con amore e perseveranza,
e che dovrà poi germogliare in tutti i cuori degli uomini.
La pace è un diritto per tutti
Per poter vivere la vita con gioia e dignità.
Senza pace esisteranno sempre le diseguaglianze fra gli uomini,
e saranno calpestati i diritti umani, fino ad arrivare alla violenza,
o peggio alla guerra, che porta solo dolore e distruzione.
Giovanni Paolo II prega per tutti noi uomini della terra,
affinché i nostri cuori si accendino sempre più all’amore
alla giustizia, alla fratellanza, alla pace vera quella capace
di sconfiggere la violenza, l’intolleranza, la cattiveria, la guerra.
Dio ascolta le nostre preghiere, benedici tutti, e fa che ogni uomo
Illuminato dalla tua sapienza e dal tuo Amore sai portatore in terra di gioia
e di pace.
Anna Maria Rossi
Vittorio Veneto (Treviso)
LA PACE E’ GIOIA
La pace è come un fiore,
che va curato, giorno dopo giorno
con amore e perseveranza,
e che dovrà poi germogliare in tutti i cuori degli uomini.
La pace è un diritto per tutti
Per poter vivere la vita con gioia e dignità.
Senza pace esisteranno sempre le diseguaglianze fra gli uomini,
e saranno calpestati i diritti umani, fino ad arrivare alla violenza,
o peggio alla guerra, che porta solo dolore e distruzione.
Giovanni Paolo II prega per tutti noi uomini della terra,
affinché i nostri cuori si accendino sempre più all’amore
alla giustizia, alla fratellanza, alla pace vera quella capace
di sconfiggere la violenza, l’intolleranza, la cattiveria, la guerra.
Dio ascolta le nostre preghiere, benedici tutti, e fa che ogni uomo
Illuminato dalla tua sapienza e dal tuo Amore sai portatore in terra di gioia
e di pace.
Sezione poesia
Luisa Farina
Coperchia (Salerno)
REGALAMI UN SORRISO
Pulviscoli d’oro
le strade del mondo!
Diritte o tortuose
spesso,
coperte di spine.
Scalzi: ragazzi
senza presente
senza futuro
soli, erranti, vanno
per viottoli sassosi.
Cercano la strada…
gli occhi colmi
d’attesa, il cuore
brucia di dolore.
Sono gli ultimi,
gli emarginati che
lottano per la vita
disperatamente
chiedono
aiuto senza parlare
e…sperano.
Una luce brilla
come nelle favole…
un angelo può
prenderli per mano,
accompagnarli
verso un domani
fatto di gioia
e “dignità”.
Luisa Farina
Coperchia (Salerno)
REGALAMI UN SORRISO
Pulviscoli d’oro
le strade del mondo!
Diritte o tortuose
spesso,
coperte di spine.
Scalzi: ragazzi
senza presente
senza futuro
soli, erranti, vanno
per viottoli sassosi.
Cercano la strada…
gli occhi colmi
d’attesa, il cuore
brucia di dolore.
Sono gli ultimi,
gli emarginati che
lottano per la vita
disperatamente
chiedono
aiuto senza parlare
e…sperano.
Una luce brilla
come nelle favole…
un angelo può
prenderli per mano,
accompagnarli
verso un domani
fatto di gioia
e “dignità”.
Sezione poesia
Giovanni Rinaldi
Teggiano (Salerno)
GIOVANNI PAOLO SECONDO, IL PAPA DEL MONDO
E VENNE UN UOMO
“DI UN PAESE LONTANO”.
LO SPIRITO LO DESIGNO’ VICARIO DI CRISTO.
SI FECE CHIAMARE GIOVANNI PAOLO.
E GIOVANNI IL BATTISTA GRIDO’:
“PREPARATE LA VIA DEL SIGNORE!...”.
EGLI RIPETE’:
“SPALANCATE LE PORTE DEL CUORE A CRISTO!...”.
E GESU’DISSE:
“NON TEMETE!...
SONO PROPRIO IO!...
PACE A VOI!...”.
EGLI RIPETE’
“NON ABBIATE PAURA!...
SONO IL VOSTRO PASTORE!...
PACE E GIUSTIZIA!...”.
E MARIA DISSE:
“FATE TUTTO QUELLO CHE EGLI VI DIRA’!...”.
EGLI FECE INCIDERE NELLA PIETRA:
“TUTTO TUO, O MADRE!...”.
E PAOLO DISSE:
“NON TRAMONTI IL SOLE SULLA VOSTRA IRA!...
VIVETE IN PACE!...
GIOISCO NELLA TRIBOLAZIONE!...”.
EGLI RIPETE’:
“CHIEDO PERDONO PER LE COLPE DEI CRISTIANI!...
GESU’ E’ LA PORTA DELLA PACE!...
ECCE HOMO!...”. E ABBRACCIAVA LA CROCE!
TORNO’ AL PADRE, MA IN TEMPO DI PASQUA!
“ORA EGLI CI GUARDA DALLA FINESTRA DEL CIELO!...”.
Giovanni Rinaldi
Teggiano (Salerno)
GIOVANNI PAOLO SECONDO, IL PAPA DEL MONDO
E VENNE UN UOMO
“DI UN PAESE LONTANO”.
LO SPIRITO LO DESIGNO’ VICARIO DI CRISTO.
SI FECE CHIAMARE GIOVANNI PAOLO.
E GIOVANNI IL BATTISTA GRIDO’:
“PREPARATE LA VIA DEL SIGNORE!...”.
EGLI RIPETE’:
“SPALANCATE LE PORTE DEL CUORE A CRISTO!...”.
E GESU’DISSE:
“NON TEMETE!...
SONO PROPRIO IO!...
PACE A VOI!...”.
EGLI RIPETE’
“NON ABBIATE PAURA!...
SONO IL VOSTRO PASTORE!...
PACE E GIUSTIZIA!...”.
E MARIA DISSE:
“FATE TUTTO QUELLO CHE EGLI VI DIRA’!...”.
EGLI FECE INCIDERE NELLA PIETRA:
“TUTTO TUO, O MADRE!...”.
E PAOLO DISSE:
“NON TRAMONTI IL SOLE SULLA VOSTRA IRA!...
VIVETE IN PACE!...
GIOISCO NELLA TRIBOLAZIONE!...”.
EGLI RIPETE’:
“CHIEDO PERDONO PER LE COLPE DEI CRISTIANI!...
GESU’ E’ LA PORTA DELLA PACE!...
ECCE HOMO!...”. E ABBRACCIAVA LA CROCE!
TORNO’ AL PADRE, MA IN TEMPO DI PASQUA!
“ORA EGLI CI GUARDA DALLA FINESTRA DEL CIELO!...”.
Sezione poesia
Claudio Cuneo
Roma
LA SCALATA DEL PARADISO
Sale con mille curve la statale
diretta verso il valico del cielo
ed ogni tanto spunta un asfodelo
in quel paesaggio quasi surreale.
E giunto là, sul bordo della luna,
t’ assale lo stupore e il cuor s’ espande,
vedi l’ immensità del Piano Grande
e l’ estasi d’ una ragazza bruna.
Poi, volgendo la mente oltre il Vettore,
navighi nell’ azzurro sconfinato
e ti perdi, leggero e sublimato,
immerso nei prodigi del Signore.
E se per caso al cielo alzerai il viso
oltre le meraviglie del creato,
con emozion vedrai lo scanzonato
del profeta ambiental lieve sorriso.
Claudio Cuneo
Roma
LA SCALATA DEL PARADISO
Sale con mille curve la statale
diretta verso il valico del cielo
ed ogni tanto spunta un asfodelo
in quel paesaggio quasi surreale.
E giunto là, sul bordo della luna,
t’ assale lo stupore e il cuor s’ espande,
vedi l’ immensità del Piano Grande
e l’ estasi d’ una ragazza bruna.
Poi, volgendo la mente oltre il Vettore,
navighi nell’ azzurro sconfinato
e ti perdi, leggero e sublimato,
immerso nei prodigi del Signore.
E se per caso al cielo alzerai il viso
oltre le meraviglie del creato,
con emozion vedrai lo scanzonato
del profeta ambiental lieve sorriso.
Sezione Poesia
Roberto Capasso
Mugnano di Napoli (Napoli)
Karol
Quando ci hai lasciato, quando hai deciso,
ed il Signore anche, ha deciso per te che dovevi lasciare
il posto a qualcun altro,
non ero così vicino a te, non come quando mi hai cresciuto,
non come ti sei mostrato a noi per la prima volta,
e mentre parlavi già scendevi dalla balconata per camminare tra la gente,
per toccare quelli come te;
ero in un altro paese, lacrime di gioia e di dolore mi attraversavano,
qualcosa di troppo gioioso era in me.
Sapevo che ci lasciavi in quei momenti, ma una nuova vita entrava in me.
Durante quel giorno del saluto
il tuo alito soffiava per stare tra tutti quelli che ti omaggiavano
e sfogliavi il vangelo posto sul tuo feretro
per darci dimostrazione che tu eri ancora tra noi,
che non volevi abbandonarci.
Tu hai amato, tu hai pacificato.
Grazie Signore per aver permesso ad un uomo così di essere uno di noi.
Roberto Capasso
Mugnano di Napoli (Napoli)
Karol
Quando ci hai lasciato, quando hai deciso,
ed il Signore anche, ha deciso per te che dovevi lasciare
il posto a qualcun altro,
non ero così vicino a te, non come quando mi hai cresciuto,
non come ti sei mostrato a noi per la prima volta,
e mentre parlavi già scendevi dalla balconata per camminare tra la gente,
per toccare quelli come te;
ero in un altro paese, lacrime di gioia e di dolore mi attraversavano,
qualcosa di troppo gioioso era in me.
Sapevo che ci lasciavi in quei momenti, ma una nuova vita entrava in me.
Durante quel giorno del saluto
il tuo alito soffiava per stare tra tutti quelli che ti omaggiavano
e sfogliavi il vangelo posto sul tuo feretro
per darci dimostrazione che tu eri ancora tra noi,
che non volevi abbandonarci.
Tu hai amato, tu hai pacificato.
Grazie Signore per aver permesso ad un uomo così di essere uno di noi.
Sezione Poesia
Giuseppina Staropoli
Briatico (Vibo Valentia)
SOGNO DI PACE
In notte placida e tranquilla, il mio corpo stanco distesi a riposare
e a chiuder gli occhi, mente mia si accinse a sognare.
Sola mi vidi, a combatter l’alito del vento, pe’ conquistar la pace , del core umano gran lamento.
Tutti gli odi furiosamente sterminai, e a vederli in terra ,recisi,
senza parola alcuna, di lor non mi curai e tra le spoglie indifferente passai.
Come gabbianella volai in battaglia, sola ,
Allor che per sfinir la guerra, aiuto cercai agli uomini della terra.
Al disperato richiamo, in coro accorsero fieri
senza corazze, armi o scudi, per divenir alla vittoria omini veri.
Pace, solo pace, ogni omo volea avere in quella guerra, ma sol potea trovare, senza alcun battaglia in terra.
Allor, ogni armi, buttammo via lontano, cosi che , si fece libera d’odio ogni guerriera mano.
Quella di fratello suo, pote’ stringere con amore, senza piu’ logorare ogni speranza, e il core.
Tarli amorevoli invecchiarono l’orgoglio, trafugarono anzie e rancori
i passi offesi, piu’ non vacillarono il cammino, bocche nude , “pace”, sbraitarono all’uomo vicino.
Ninfa odorosa sui nostri capi si spargeva e noi anime misere, ci rannicchiammo in cenacolo di preghiera.
Inno a Dio, mistico fiore, fu elevato, armonica a fiato , leggiadramente suona
Sussurra note di quiete profonda, dal cielo al mare cavalcando l’onda.
Al fin come agnelli tra i lupi , senza timore giungemmo al traguardo,
e alcun male, sottrasse a noi gioioso sguardo.
Ai pie’ del cielo, in pace , profonda compagna, ci prostrammo
E, a gran voce, il mondo intero pote’ udire: “Pace, pace a tutto quanto possa il cor sentire”.
A un tratto, dal sonno mi destai, e capii, che nulla era come in esso disai.
Guerra e morte, compagne inquiete, alitano sul mondo umano, trafiggendo ogni or quel beo costato.
Pere un canto, tra minute stille d’acqua, strazia il core , tra gli sterpi inabissato
Il grano nel campo al sole caldo biondisce, co’ la furia del gelo, poi muto perisce.
Cosi’ pe’ tal vita , imbiancata e senza ossa,
al sogno mio, la mente mi riporta, e viver vita di pace, almen per una sola volta.
A te uomo, che in codesto mondo hai tua breve dimora: “la pace in questa terra tua germoglia,
Quando tu, terra feconda avrai schiarito i sentieri cupi, a Dio , per la sua semina nel piccolo orto,
Perche’ tu pianta,che dall’ugual semina venisti, come un seme, all’ugual semina un di’ ritornerai” .
Giuseppina Staropoli
Briatico (Vibo Valentia)
SOGNO DI PACE
In notte placida e tranquilla, il mio corpo stanco distesi a riposare
e a chiuder gli occhi, mente mia si accinse a sognare.
Sola mi vidi, a combatter l’alito del vento, pe’ conquistar la pace , del core umano gran lamento.
Tutti gli odi furiosamente sterminai, e a vederli in terra ,recisi,
senza parola alcuna, di lor non mi curai e tra le spoglie indifferente passai.
Come gabbianella volai in battaglia, sola ,
Allor che per sfinir la guerra, aiuto cercai agli uomini della terra.
Al disperato richiamo, in coro accorsero fieri
senza corazze, armi o scudi, per divenir alla vittoria omini veri.
Pace, solo pace, ogni omo volea avere in quella guerra, ma sol potea trovare, senza alcun battaglia in terra.
Allor, ogni armi, buttammo via lontano, cosi che , si fece libera d’odio ogni guerriera mano.
Quella di fratello suo, pote’ stringere con amore, senza piu’ logorare ogni speranza, e il core.
Tarli amorevoli invecchiarono l’orgoglio, trafugarono anzie e rancori
i passi offesi, piu’ non vacillarono il cammino, bocche nude , “pace”, sbraitarono all’uomo vicino.
Ninfa odorosa sui nostri capi si spargeva e noi anime misere, ci rannicchiammo in cenacolo di preghiera.
Inno a Dio, mistico fiore, fu elevato, armonica a fiato , leggiadramente suona
Sussurra note di quiete profonda, dal cielo al mare cavalcando l’onda.
Al fin come agnelli tra i lupi , senza timore giungemmo al traguardo,
e alcun male, sottrasse a noi gioioso sguardo.
Ai pie’ del cielo, in pace , profonda compagna, ci prostrammo
E, a gran voce, il mondo intero pote’ udire: “Pace, pace a tutto quanto possa il cor sentire”.
A un tratto, dal sonno mi destai, e capii, che nulla era come in esso disai.
Guerra e morte, compagne inquiete, alitano sul mondo umano, trafiggendo ogni or quel beo costato.
Pere un canto, tra minute stille d’acqua, strazia il core , tra gli sterpi inabissato
Il grano nel campo al sole caldo biondisce, co’ la furia del gelo, poi muto perisce.
Cosi’ pe’ tal vita , imbiancata e senza ossa,
al sogno mio, la mente mi riporta, e viver vita di pace, almen per una sola volta.
A te uomo, che in codesto mondo hai tua breve dimora: “la pace in questa terra tua germoglia,
Quando tu, terra feconda avrai schiarito i sentieri cupi, a Dio , per la sua semina nel piccolo orto,
Perche’ tu pianta,che dall’ugual semina venisti, come un seme, all’ugual semina un di’ ritornerai” .
Maria Augusta Sepe
Napoli
Il dogma della pace
Oh mio Dio
Cos'è la pace ?
Come la si conia quì sul pianeta eterna Babilonia
Dov'è l' astro celeste a cui Tu creatore desti nome terra
C'è solo fame...
Si ma di denaro, potere
Tanta sete di violenza, sangue, guerra
E allora?
E allora Tu dall'alto della croce ancor, alla miseria
umana, volesti lasciar questo messaggio
Come la disperazione è madre del coraggio, così la pace è figlia dell'amore
Amor che dà e nulla chiede
Amor che fa virtù sol della fede
Amor che dinanzi alla superba ingerenza, senz'armi non tace
E questo volessi Tu mio Dio generasse assieme al dono della vita quello della tua pace.
Napoli
Il dogma della pace
Oh mio Dio
Cos'è la pace ?
Come la si conia quì sul pianeta eterna Babilonia
Dov'è l' astro celeste a cui Tu creatore desti nome terra
C'è solo fame...
Si ma di denaro, potere
Tanta sete di violenza, sangue, guerra
E allora?
E allora Tu dall'alto della croce ancor, alla miseria
umana, volesti lasciar questo messaggio
Come la disperazione è madre del coraggio, così la pace è figlia dell'amore
Amor che dà e nulla chiede
Amor che fa virtù sol della fede
Amor che dinanzi alla superba ingerenza, senz'armi non tace
E questo volessi Tu mio Dio generasse assieme al dono della vita quello della tua pace.
Sezione poesia
Rosa Maria Bartucci
San Vincenzo la Costa (CS)
SHALOM
Ama l’amicizia di CRISTO
che unisce.
Non il ciclone che annebbia
le menti e l’anima
e il cuor non fa parlar.
Riscopri la fede.
Vita alla natura che per chi crede
è paradiso.
Non ostacoli alle condivisioni
di uomini e donne che sperano.
Se perseguitati pietra su pietra
si costruira’.
Soffermarsi per rievocare
alla finestra
del poeta Santo Karol
le promesse
che fanno il bene dell’universo.
Saggi e piccoli innocenti
non vogliono conflitti
ma dialogo per la riconciliazione.
Non fame e non ascolto
ma il rinnovarsi per stringersi le mani
Lanterna accesa,e il viandante va’.
Nel percorso di questa via
soavi i suoni che trascinano a danzar
per pregare colmi di gioia
nel mondo che si vuole.
Rosa Maria Bartucci
San Vincenzo la Costa (CS)
SHALOM
Ama l’amicizia di CRISTO
che unisce.
Non il ciclone che annebbia
le menti e l’anima
e il cuor non fa parlar.
Riscopri la fede.
Vita alla natura che per chi crede
è paradiso.
Non ostacoli alle condivisioni
di uomini e donne che sperano.
Se perseguitati pietra su pietra
si costruira’.
Soffermarsi per rievocare
alla finestra
del poeta Santo Karol
le promesse
che fanno il bene dell’universo.
Saggi e piccoli innocenti
non vogliono conflitti
ma dialogo per la riconciliazione.
Non fame e non ascolto
ma il rinnovarsi per stringersi le mani
Lanterna accesa,e il viandante va’.
Nel percorso di questa via
soavi i suoni che trascinano a danzar
per pregare colmi di gioia
nel mondo che si vuole.
Etichette:
sezione poesia II edizione seconda parte
venerdì 4 luglio 2008
GLI ESITI DEFINITIVI della seconda edizione del PREMIO GIOVANNI PAOLO II
La Commissione selezionatrice della seconda edizione del Premio Giovanni Paolo II ha oggi (04 Luglio 2008), terminato definitivamente il suo lavoro, ed ha consegnato i risultati definitivi, che riportiamo qui di seguito:
Richieste pervenute:
4327
Richieste non valide:
1790
Richieste valide:
2567
Totale partecipanti: 2567
Frazionamento
1764 Poeti
446 Pittori
276 Scultori
81 Fotografi
Vincitori
44 Poeti
19 Pittori
04 Scultori
02 Fotografi
Totale vincitori: 69
Iscriviti a:
Post (Atom)